Rifugio Cristina all’Alpe Prabello: due passi in un sogno.

Modellata dall’ antichissimo ghiacciaio Bernina-Scalino, l’alpe Prabello è una delle più amate e conosciute mete della Valmalenco. Il suo nome, Prabello, parla sufficientemente da solo: “prato bello”, e mai appellativo fu più azzeccato di questo: una maestosa conca verdeggiante puntellata qua e là da una manciata di baite che fanno da cornice al Rifugio Cristina ed alla bellissima chiesetta dedicata a Maria, Regina della pace.

Rifugio Cristina: un po’ di storia

Il rifugio risale al 1922 e fu fatto costruire da Ersilio Bricalli in onore di sua moglie Cristina mentre la  chiesetta venne fatta edificare dall’ allora parroco di Caspoggio, con materiale trasportato a spalla direttamente dal paese (e vi assicuro che Caspoggio è sufficientemente lontano!) come simbolo della pace raggiunta subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.

L’alpeggio sorge al cospetto del magnifico Pizzo Scalino, cima che personalmente adoro e che è soprannominata dai locali “il Cervino della Valmalenco” per via della sua forma piramidale.

Come si raggiunge il Rifugio Cristina?

L’escursione per il Rifugio Cristina parte da un piccolo parcheggio situato lungo la strada Franscia-Campomoro.

Provenendo da Chiesa in Valmalenco si segue dapprima per Lanzada e poi per Campo Franscia.

Dopo aver oltrepassato l’abitato di Campo Franscia, seguite le indicazioni per le dighe di Campomoro  ed Alpe Gera. La strada si inerpica per diversi chilometri con numerosi tornanti fino ad incrociare una prima galleria, appena a fianco di una centrale elettrica.

Proseguite dritto attraversando una seconda galleria, al termine della quale incontrerete uno spiazzo dove è possibile parcheggiare l’auto (circa a 1960 mt slm- proprio qui).

Quanto è difficile salire al Rifugio Cristina?

L’escursione che porta all’Alpe Prabello, dove sorge il Rifugio Cristina, è un sogno realizzabile da tutti; esistono un’infinità di sentieri che permettono di raggiungere questa meta e, a seconda dell’itinerario che si sceglie, si può optare per una facile passeggiata o per una camminata più lunga ed impegnativa ma pur sempre priva di difficoltà tecniche.

Il percorso che oggi vi propongo è il più semplice di tutti ed anche quello maggiormente battuto. Potrete percorrerlo sia in estate che in inverno (vedete sotto l’apposita sezione) a qualunque ora della giornata (anche di notte, ve lo posso garantire!).

LA SCHEDA TECNICA

  • Partenza/Quota: Strada Franscia-Campomoro – Parcheggio a quota 1960 m
  • Arrivo/Quota: Rifugio Cristina (2287 m)
  • Tempo di salita: 1 ora
  • Tempo di discesa: 45 minuti
  • Dislivello totale salita: 330 m
  • Gradi di difficoltà: Turistica (T)
  • Periodo consigliato: tutto l’anno.

L’ ITINERARIO IN BREVE – LA SALITA

  • Parcheggiata l’auto lungo la strada Franscia-Campomoro si imbocca la strada sterrata/cementata che stacca sulla destra guardando in direzione delle dighe (ben segnalata dai cartelli segnavia).
  • Si proseguite per qualche tornante fino ad arrivare ad una prima distesa erbosa. Fermatevi un attimo prima di proseguire: alle vostre spalle il monte Disgrazia vi saluta da lontano!
  • Arrivati al primo dosso erboso avete una duplice alternativa: potete proseguire sulla strada sterrata, dritta davanti a voi, o deviare sul sentiero che taglia in direzione del bosco alla vostra destra (anche in questo caso la deviazione è ben segnalata).
  • OPZIONE A: LA STRADA STERRATA
    • Proseguendo lungo la strada carreggiata dopo qualche altro tornante incontrerete un primo gruppo di baite, dove sorge l’agriturismo “il Cornetto”. Tenetelo ben a mente nel caso al ritorno dalla gita vogliate fermarvi per il pranzo o anche solo per acquistare del buon formaggio d’alpe (in ogni caso io vi consiglio vivamente di assaggiare i pizzoccheri e la torta di noci!).
    • Lasciate le baite alle vostre spalle dirigetevi verso la costruzione in pietra ben visibile davanti a voi: si tratta del Rifugio Ca’ Runcash, meta altrettanto consigliata per il pranzo: in questo caso non lasciatevi sfuggire l’antipasto misto di sciatt e salumi.
    • Siete circa a metà del percorso e la Ca’ Runcash è l’ultimo baluardo prima della meta finale gita, che, da qui, è raggiungibile in circa mezz’oretta ancora di cammino, sempre lungo la strada sterrata.
  • OPZIONE B: IL SENTIERO
    • se al posto che proseguire sulla sterrata avevate optato per il sentiero non dovrete fare altro che seguire la traccia che sale nel bosco fino a ricongiungersi con la strada in prossimità di un monumento dedicato ai valligiani caduti.

L’ITINERARIO IN BREVE – LA DISCESA

La discesa avviene per il medesimo itinerario della salita

Rifugio Cristina: i miei consigli per un trekking da sogno

  • Se state affrontando questa escursione in inverno vi consiglio di proseguire sulla strada sterrata; il sentiero non è pericoloso ma non è detto che sia ben tracciato: nessun pericolo ma potreste annegare nella neve!
  • In estate invece vi consiglio vivamente il sentiero che risulta più ombreggiato rispetto alla strada.
  • Il Rifugio Cristina è una meta molto frequentata, soprattutto in alta stagione. Anche se l’escursione è molto semplice vi consiglio di muovervi presto al mattino per poter trovare un posto dove parcheggiare l’auto e godervi questa natura incontaminata con un po’ più di tranquillità.
  • Dall’estate 2021 è stato introdotto il pagamento di un ticket giornaliero per il parcheggio; il biglietto può essere pagato direttamente in loco alle apposite colonnine
  • Se volete davvero godervi la bellezza di questo posto io vi consiglio di visitarla al tramonto; salite nel tardo pomeriggio, quando ormai tutti saranno sulla via del ritorno. Arrivati all’Alpe Prabello proseguite in direzione della chiesetta ed oltrepassatela. Fate ancora un centinaio di metri, sempre seguendo il sentiero, fino ad arrivare ad un piccolo laghetto stagnante. E ora, qui, aspettate. Aspettate che il sole cali dietro il Monte Disgrazia; aspettate che il cielo si tinga di mille sfumature, dal rosso all’oro. Aspettate che arrivi la notte e che il cielo si accenda di stelle. E infine, aspettate che sorga la luna ad illuminarvi la via per il ritorno. Vi posso garantire che questa esperienza vi colmerà gli occhi di stupore ed il cuore di gioia.

Ciaspolare al Rifugio Cristina: sogno o realtà?

Il titolo è ingannatore…la risposta è chiaramente affermativa: altroché se è possibile ciaspolare fino al Rifugio Cristina. Anzi, è una delle mete preferite in Valmalenco durante il periodo invernale e, anche in questa stagione, l’ Alpe Prabello sa dare il meglio si sé.

L’itinerario che dovrete seguire è esattamente lo stesso che vi ho proposto sopra, con l’accortezza di proseguire sempre lungo la strada ed evitare il sentiero, a meno che non abbiate voglia di fare tanta tanta fatica, soprattutto se la neve è fresca.

La strada sterrata è sempre ben battuta durante il periodo invernale e se ve la sentite potete anche evitare le ciaspole: preferite piuttosto un paio di ramponcini che vi permetteranno di avere un maggior grip sulla neve.

Per avere maggiori informazioni sulle aperture del Rifugio durante i vari periodi dell’anno vi rimando alla loro pagina facebook.

Rifugio Cristina all'Alpe Prabello: ciaspolare in Valmalenco
Inverno al Rifugio Cristina

In conclusione…

Sono certa che l’alpe Prabello vi lascerà a bocca aperta: una bellissima distesa verde in estate, completamente bianca in inverno, puntellata da larici dorati in autunno o di crocus bianchi e viola in primavera.

Il rifugio con le sue inconfondibili imposte rosse. La bellissima Chiesetta, costruita di fronte alle baite, in posizione rialzata e solitaria come a voler sottolineare la sacralità del luogo.

Un silenzioso ruscello che attraversa tutto l’altopiano: in prossimità del rifugio Cristina troverete anche una zangola per fare il burro, una grossa ruota continuamente agitata dalle acque del torrentello.

Il pizzo Scalino svetta davanti a voi e, se aguzzate bene la vista, potrete osservare anche la sua maestosa croce di vetta. Sulla vostra destra l’inconfondibile sagoma del Disgrazia che vi osserva dall’altra parte della valle. Alle vostre spalle, dietro la mole del Sasso Moro, spuntano le inconfondibili cime e i ghiacciai del gruppo del Bernina, il re della Valmalenco.

Che dite, vi ho fatto venire voglia di fare due passi in questo posto da sogno?

Raccontatemi la vostra esperienza nei commenti!

 

 

Ti potrebbe interessare anche...

Scopri

Storie di giganti e di ere glaciali: le Marmitte...

Tra i diversi fenomeni glaciologici osservabili in Valmalenco, degne di nota sono le Marmitte...

Rifugio Longoni in Valmalenco

Mura bianche, tetto ed imposte rigorosamente rosse: il Rifugio Longoni, dall'alto dei suoi 2.450...

Il Rifugio Camerini: un cuore tra mura di pietra

Le mura di pietra, la porta rossa, una vista imparagonabile sulla Nord del Disgrazia. Arroccato...

Il Rifugio Bignami in Valmalenco

Immaginate il classico luogo da cartolina: un lago verde, una baita con le imposte...

Monte Generoso, e mai nome fu più azzeccato del...

Il Monte Bianco, il Gran Paradiso. La Grandes Murailles, il Dente del Gigante: le...

Crocus Vernus, il fiore della rinascita

È marzo, l’inverno volge ormai al termine e nell’aria aleggia un debole profumo di...

Categorie

Commento

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here