Immaginate il classico luogo da cartolina: un lago verde, una baita con le imposte blu, un ghiacciaio sullo sfondo.
Ora immaginate di poter vivere dentro questa cartolina: arrivate sulla porta di quella baita, il sole di inizio estate scalda la vostra pelle, mentre gioca a nascondino fra le nuvole.
Vi girate per guardare il panorama intorno a voi: gli ultimi residui di neve sono memoria dell’inverno passato. Un profumo invitante vi soggiunge mentre qualcuno apre la porta di ingresso: benvenuti al Rifugio Bignami in Valmalenco!
Indice
Come raggiungere il Rifugio Bignami?
Il Rifugio Bignami è situato a quota 2.401 in Valmalenco, proprio sotto all’ormai famigerato Ghiacciaio di Fellaria, sulla sponda occidentale della diga di Alpe Gera.
L’escursione ha inizio proprio sotto il grande muro del bacino artificiale, dove è possibile lasciare l’auto nell’apposito parcheggio.
Attenzione: dal 2021 il comune di Lanzada ha istituito i parcheggi a pagamento in questa zona, pagabili in loco tramite carta o moneta, oppure on-line utilizzando l’App Easy Park. Il costo è di 0,50 €/ora.
Quanto è complesso raggiungere il Rifugio Bignami?
Il rifugio Bignami è raggiungibile mediante un semplice trekking di circa un’oretta e mezza. Il sentiero, che costeggia la sponda occidentale della diga di Alpe Gera, non presenta particolari difficoltà tecniche.
Chi è più sensibile al vuoto, potrebbe trovare poco piacevole il dover costeggiare le ripide sponde del lago artificiale, ma il sentiero, pur non essendo particolarmente ampio, non presenta tratti insidiosi.
Parola mia: ho accompagnato in questa escursione un’amica terrorizzata dal vuoto ed è arrivata a destinazione egregiamente!
LA SCHEDA TECNICA
- Partenza/Quota: Diga di Alpe Gera ( 2.018 mslm)
- Arrivo/Quota: Rifugio Bignami (2.401 mslm)
- Tempo di salita: 1,5 ore
- Tempo di discesa: 1 ora
- Dislivello totale salita: 400 m
- Gradi di difficoltà: Escursionistica (E)
- Periodo consigliato: Giugno – Settembre. Consultare il calendario di apertura del rifugio sul loro sito (clicca qui).
Possibilità di trovare neve a inizio stagione nei canalini durante il tratto iniziale dell’escursione. Prestare attenzione.
L’ITINERARIO IN BREVE – LA SALITA
- Dal parcheggio si risale il muro della diga tramite l’apposita strada
- Arrivati sul muro della diga lo si attraversa, spostandosi sulla riva occidentale del lago.
- Da qui si prosegue lungo il sentiero che conduce, senza ulteriori deviazioni, al Rifugio Bignami.
NB: In alternativa all’itinerario qui sopra descritto, il Rifugio Bignami può essere raggiunto anche restando sulla sponda orientale della diga di Gera. In questo caso una volta guadagnata la sommità dello sbarramento artificiale non lo si attraversa ma si imbocca direttamente il sentiero in direzione Giro del lago/Alpe Gembrè/Val Poschiavino.
Questo itinerario è sicuramente più panoramico ma più lungo del precedente (2 ore e 30 min per il giro completo del lago).
L’ITINERARIO IN BREVE – LA DISCESA
La discesa avviene mediante il medesimo itinerario di salita.
Rifugio Bignami: itinerari correlati
Se siete escursionisti esperti in cerca di itinerari che sappiano soddisfare la vostra sete di esplorazione , il Rifugio Bignami è sicuramente un punto di appoggio per numerose altre escursioni:
- Sentiero Glaciologico Marson: la meta più famosa raggiungibile dal Rifugio Bignami resta, senza alcun’ombra di dubbio, il lago glaciale di Fellaria, raggiungibile percorrendo il sentiero Glaciologico Marson. Se vi interessa, qui potete trovare il relativo articolo.
- Rifugio Bignami – Rifugio Carate, attraverso la Forca di Fellaria: un’escursione degna di nota che vi porterà ad attraversare i paesaggi lunari della forcella di Fellaria, a quota 2.800 mslm. Dal Rifugio Bignami considerate circa 3 ore e 30 minuti di cammino ed un dislivello di circa 400 m per raggiungere il Rifugio Carate.
- Rifugio Bignami – Rifugio Marinelli, attraverso il passo di Marinelli Orientale: a metà tra un itinerario per escursionisti esperti ed uno alpinistico, questo trekking vi porta nel vero cuore della Valmalenco, tra i maestosi ghiacciai del Gruppo del Bernina. Impossibile rimanere delusi da questa escursione, ma sicuramente non sottovalutatela. Dal Rifugio Bignami bisogna considerare ancora 5 ore di cammino e circa 700 m di dislivello per raggiungere il Rifugio Marinelli. L’escursione prevede l’attraversamento della vedretta di Fellaria (o quel che ne rimane) ed è consigliabile portarsi un paio di ramponi nello zaino.
Rifugio Bignami: storia e curiosità
Il Rifugio Bignami venne costruito a cavallo tra il 1955 e 1056 e dedicato a Roberto Bignami. Il giovane alpinista aveva aperto numerose nuove vie ed effettuato altrettante prime ripetizioni, sia sul Monte Bianco e Cervino che in Val Masino. Nel 1954 perse la vita durante la prima spedizione italiana del dopoguerra nel Garhwal-Himalaya, dopo aver conquistato la cima del Monte Api (7.120 mslm) lungo il versante nord.
Fu sua madre, alla morte del figlio, che desiderò la costruzione del rifugio e lo donò in seguito alla sezione CAI di Milano, cui ancora oggi appartiene.
Il rifugio, nel corso degli anni, è passato in mano a diverse persone che se ne sono prese cura. Oggi la gestione è affidata a Giovanni e Francesca, una coppia di giovani originari del Trentino.
Ho avuto la fortuna di passare uno splendido pomeriggio con loro, a fine maggio 2023. Era una giornata piovosa ma io ed il Simo non ne volevamo sapere di restare chiusi in casa. E quale meta migliore se non proprio il Rifugio Bignami?
Fu la scelta più azzeccata che potessimo fare. Il rifugio era pressoché deserto, e proprio questo ci ha dato l’occasione per conoscere meglio i nuovi gestori e tutti i loro amici pelosi: i maremmani Bella, Belt e Hoffer, i gatti Maine Coon Afrodite, Spritz ed Hermes e la dolcissima Stracciatella.
Francesca e Giovanni sono due persone in gamba. Nel 2021 hanno lasciato la loro Malga di famiglia per buttarsi a capofitto in una nuova avventura.
Il cambiamento può sembrare scontato e banale, ma come mi ha raccontato Francesca: “un conto è gestire una Malga a 1.400 m di quota, un conto un rifugio alpino…1000 metri di dislivello più in alto”.
Già, perché a quota 2.400 mslm non è scontato avere un tetto sopra la testa e un buon piatto caldo a ristorarci dalla fatica; non è scontato avere l’acqua potabile, a meno che non abbia nevicato abbondantemente l’inverno precedente.
E se invece le nevicate sono state copiose non è scontato nemmeno trovare il tubo dell’acqua sotto metri e metri di neve. Non è scontato azzeccare le turnazioni con gli elicotteri, non è scontato saper creare un ambiente caldo e accogliente.
Nulla è scontato quando si va in montagna.
Bravi, Giovanni e Francesca, avete saputo cavarvela bene in questi anni, la Valmalenco vi ringrazia.
Un saluto da una vostra ammiratrice!