Il giro dei 4 Passi in Valmalenco è un itinerario relativamente nuovo che si svolge sempre al Confine tra Italia e Svizzera, negli splendidi paesaggi della Valmalenco e Val Poschiavo.
L’itinerario classico permette di toccare, appunto, 4 passi: Passo d’Ur, Passo Confinale, Passo Canciano e Passo di Campagneda ai quali si può aggiungere, senza troppa ulteriore fatica, la forcella del “Sàss Smusàt”.
Pronti a partire?
Indice
Dove inizia il giro dei 4 Passi in Valmalenco?
L’itinerario inizia dalla Diga di Campo Moro, in Valmalenco. Potete raggiungerla facilmente percorrendo la strada per Franscia e successivamente per le dighe di Campo Moro e Alpe Gera; poco sotto il muro della di Alpe Gera troverete un ampio parcheggio (attenzione è a pagamento) dove potrete lasciare l’auto, proprio qui.
Quanto è difficile il giro dei 4 Passi in Valmalenco?
Il Giro dei 4 passi in Valmalenco non presenta difficoltà tecniche particolari ma è un itinerario abbastanza lungo, sia in termini di km percorsi che di dislivello.
LA SCHEDA TECNICA
- Partenza/Quota: San Giuseppe – Prati della costa ( 1.678 m)
- Arrivo/Quota: Rifugio Longoni ( 2.450 m)
- Tempo di percorrenza dell’intero giro: 6/7 ore
- Dislivello totale salita: 1.000 m
- Gradi di difficoltà: Escursionistica (E)
- Periodo consigliato: Giugno – Settembre
L’ITINERARIO IN BREVE
PARTE 1: Dalla Diga di Alpe Gera al Passo Confinale
- Dal parcheggio si risale il muro della diga e ci si incammina lungo la stradina sterrata tenendo il lato destro, in direzione Alpe Gembrè- Bivacco Anghileri
- Al primo cartello segnavia si abbandona la strada e si segue sempre per Alpe Gembrè, lungo un primo sentiero che risale primo dosso roccioso (segnavia nr. 342-305).
- Dopo una ventina di minuti si raggiunge il secondo cartello segnavia dove si segue per Alpe Gembrè – Passo Confinale (sentiero nr. 342); il sentiero scende ripido verso il lago fino a passare sotto ad uno sperone roccioso molto scenografico che sembra sospeso sulle acque della diga. Il ghiacciaio di Fellaria è sempre ben visibile di fronte a noi. Il sentiero ricomincia ben presto a salire, allontanandosi dal lago.
- Dopo altri 30 minuti di cammino (1 ora 20 dalla partenza) si arriva all’Alpe Gembrè, a quota 2.217 e si prosegue in direzione del bivacco Anghileri/Passo confinale/Passo Canciano, sempre seguendo il sentiero nr. 342. Il tracciato risale a zig zag un dosso erboso.
- Superato il dosso erboso si prosegue in una conca semi-pianeggiante in direzione est. In lontananza, sul crinale della montagna, è possibile scorgere il Bivacco Anghileri.
- Giungiamo presto ad un nuovo cartello segnavia, dove proseguiamo dritti, in direzione Passo Confinale/Bivacco Anghileri (rispettivamente a 20/30 minuti di cammino), ignorando la deviazione verso destra per il Passo d’Ur/Passo Canciano.
- Arrivati a quota 2.630 circa, poco prima del Bivacco, sulla destra diventerà visibile un cartello giallo con un cippo che segna la nostra prima meta: il Passo Confinale.
PARTE 2: Dal Passo Confinale al Passo d’Ur per la forcella del “Sàss Smusàt”
Arrivati al Passo Confinale abbiamo una duplice alternativa per proseguire al Passo d’Ur:
- tornare indietro lungo l’ultimo tratto di sentiero fino al cartello segnavia e da qui proseguire in direzione del Passo d’Ur;
- risalire in direzione del Monte Confinale (promontorio tondeggiante visibile davanti a noi), puntando alla selletta tra questo ed il Corno delle Ruzze Nord- Ovest.
Qui di seguito verrà descritto questo secondo itinerario:
- Dal Passo Confinale risalire la pietraia (sassi abbastanza stabili) in direzione della selletta, che raggiungiamo in circa 20 minuti di cammino. Difatti siamo arrivati ad un vero e proprio quinto passo: la forcella del Sàss Smusàt, che rappresenta anche la quota massima di tutto l’itinerario: 2.767 mslm.
- Dalla forcella si scende sul versante opposto lungo il canalino, inizialmente abbastanza ripido, fino ad incrociare il sentiero che conduce alla prossima meta, il Passo d Ur.
- Si prosegue lungo il sentiero attraversando la cosiddetta “zona dei sassi bianchi” percorrendo un lungo traverso erboso pianeggiante. Questa zona è così chiamata per il colore della roccia, candida; probabilmente si tratta di una vena calcarea che attraversa la roccia grigia della Valmalenco.
- AL termine del traverso (e della zona dei sassi bianchi) il sentiero vira violentemente a destra puntando in direzione dello scalino (attenzione: seguire i segni bianco/rossi e gli ometti).
- Il sentiero prosegue lungo un nuovo traverso, leggermente esposto, fino ad arrivare al passo d’Ur dove è presente un bellissimo laghetto glaciale (4 ore dalla partenza).
PARTE 3: Dal Passo d’Ur al Passo Canciano
Il tratto di sentiero che collega il Passo D’Ur al passo Canciano è molto semplice e molto breve;
- Dal Passo d’Ur, seguendo il cartello segnavia presente sulla sponda del lago, si prosegue in direzione del Passo Canciano (sentiero nr. 345) che si raggiunge dopo altri 20 minuti di cammino.
- Se avete necessità di interrompere il vostro giro, da Passo d’Ur è possibile ridiscendere a Valle seguendo in sentiero nr. 301-342 in direzione Diga di Gera-Campo Moro.
PARTE 4: Dal Passo Canciano al Passo di Campagneda
Inizia ora l’ultima parte di salita, quella che dal Passo Canciano vi condurrà al Passo di Campagneda.
Se aguzzate bene la vista dal Passo di Canciano è già possibile distinguere in lontananza l’arco di legno che è posizionato al passo di Campagneda e che segna lo spartiacque tra Valmalenco e Val Poschiavo; per raggiungerlo vi basterà seguire il segnavia nr. 305 ed in meno di mezz’ora sarete a destinazione.
PARTE 5: Dal Passo di Campagneda alla Diga di Alpe Gera
L’ultima tappa del nostro itinerario è totalmente in discesa e vi riporterà al parcheggio sotto la Diga di Alpe Gera, dove avete lasciato l’auto
- Dal Passo di Campagneda si scende nella direzione opposta alla salita in direzione di Rifugio Ca’ Runcash/Alpe di Campagneda (segnavia nr. 346)
- Ben presto si incontrano dei laghetti alpini : si tratta dei laghi di Campagneda, meravigliosi specchi d’acqua dalle vibranti sfumature blu e verdi.
- Si continua lungo il sentiero (in breve diventerà una strada sterrata/cementata) che in men che non si dica vi condurrà fino al rifugio Ca’ Runcash.
- Poco oltre il Rifugio Ca’ Runcash si supera un ponticello sul torrente, passato il quale un nuovo sentiero si stacca sulla destra, in direzione del Rifugio Zoia. Noi prenderemo questa direzione.
- Si continua lungo il sentiero in direzione del Rifugio Zoia, passando in prossimità delle falesie dello Zoia, le palestre di arrampicata a cielo aperto più famose della Valmalenco.
- Dal Rifugio Zoia per tornare alla diga di Alpe Gera è necessario percorrere a piedi l’ultimo tratto di strada asfaltata che, questa mattina, è stato percorso in auto.
Il Giro dei quattro passi in Valmalenco è adatto ai bambini?
A livello generale direi di no, il giro dei 4 passi non è adatto ai bambini, ma ovviamente dipende dalle loro pregresse esperienze in montagna!
Il giro in sé non presenta particolari difficoltà tecniche, se non per quanto riguarda la discesa dalla forcella del “Sàs Smussàt” ed una leggera esposizione dei traversi nella “zona dei sassi bianchi” tra il passo Confinale ed il Passo d’Ur.
Tuttavia, bisogna considerare che il giro è abbastanza lungo e se i più piccoli non sono abituati a camminare per diverse ore o sono alla loro prima esperienza in montagna, sicuramente non è l’itinerario più indicato per loro.
Il Giro dei 4 Passi in Valmalenco è affrontabile con gli animali domestici?
In questo caso la risposta è affermativa pur ricordando che i cani vanno sempre (e sottolineo sempre!) tenuti al guinzaglio, sia nel rispetto di altri possibili escursionisti presenti che nel nome della sicurezza degli animali stessi.
In particolar modo durante il primo e l’ultimo tratto di questa escursione (e più precisamente presso l’Alpe Gembrè e l’Alpe di Campagneda) non sarà difficile imbattervi in animali al pascolo. Tenete i cani legati e ben vicini a voi per evitare spiacevoli sorprese.
La mia avventura durante il giro dei 4 Passi in Valmalenco
Le nostre vacanze estive 2022 non sono cominciate per il verso giusto. Io ed il Simo dovevamo essere molto lontani da qui, in Islanda, nel mondo del ghiaccio e del fuoco, ma purtroppo la vita non va sempre secondo i nostri piani!
Così abbiamo deciso di trascorrere la nostra estate ancora una volta in quel di Chiesa in Valmalenco, e devo ammettere che questo paese non delude proprio mai.
Nonostante siano 30 anni che la giro in lungo ed in largo ha sempre dei posti nuovi e meravigliosi da offrirmi. E il giro dei 4 passi è uno di questi.
La sveglia questa mattina non suona di buon ora: con noi verranno anche papà e mamma che non sono più così mattinieri.
Alle 8 siamo sotto il muro della diga di Alpe Gera; scendo dalla macchina e per la prima volta dopo molto tempo sento il freddo pungente che si infila sotto la maglia termica. Vorrei lamentarmi ma non ne trovo il coraggio: dopo un’ estate torrida il freddo è più che benvenuto!
Ci mettiamo in marcia verso la nostra prima meta, il Passo Confinale, addentrandoci lungo il sentiero che costeggia il lato destro della diga. Foto di rito al meraviglioso sperone roccioso e poi dritti verso l’alpe Gembrè.
Camminare con questa temperatura fresca è molto piacevole ed il tempo scorre velocemente.
Ben presto mi trovo ad affrontare il dosso erboso che conduce alla piana sotto il bivacco Anghileri; inizio a risalire a zig zag…qua e là fanno capolino gli ultimi astri e fiori alpini, resi precocemente secchi da una calda estate iniziata anche qui fin troppo presto.
Poco sotto il passo Confinale la nostra allegra combriccola si divide in due: mamma e papà punteranno direttamente al passo d’Ur, mentre io, il Simo e mio fratello Stefano arriveremo fino al Confinale e da qui raggiungeremo la Forcella del Sàss Smusàt, nuova tappa del giro!
Di fatto questo valico non è previsto dall’itinerario classico ma arrivarci è molto semplice e poi…ci mancava affrontare qualche sassaiola anche oggi (devo ammettere però che qui le sassaiole sono molto stabili).
La vista dalla forcella è qualcosa di incredibile: il Pizzo Scalino si apre di fronte a noi rivelando il suo piccolo ghiacciaio, in una prospettiva del tutto nuova rispetto a quella a cui siamo abituati in Valmalenco.
Dall’alto della forcella avvistiamo mamma e papà qualche centinaio di metri più in basso e iniziamo a corricchiare verso di loro, scivolando come degli “abili” surfisti sul pietrisco del canalone.
Percorriamo rapidi i traversi ed entriamo nella zona dei sassi bianchi, dove il paesaggio sembra quasi lunare e ad un tratto una macchia azzurra si apre davanti ai nostri occhi: il piccolo lago glaciale ci conferma che finalmente abbiamo raggiunto la nostra secondo tappa!
I laghi alpini hanno un’imparagonabile capacità di stupire: si nascondono tra i sassi e quando meno te lo aspetti ti si parano davanti con tutta la bellezza di cui sono capaci.
Resto indietro con papà, pensando che finalmente c’è qualcuno che mi comprende: io e lui passeremmo le ore ad ammirare quanto semplici ma stupende sono le opere di madre natura. É una dote che mi ha trasmesso, un dono raro di cui vado molto fiera e per il quale non lo ringrazierò mai abbastanza.
Ma davanti a noi ci richiamano all’ordine: hanno tutti fame e ci mancano ancora due tappe prima di iniziare la discesa.
Ci rimettiamo in marcia e dopo un ventina di minuti tocchiamo il cippo di confine del passo Canciano…e qui purtroppo dalla mia bocca escono spontanee delle parole che non avrebbero mai dovuto essere pronunciate e che immediatamente scatenano l’innata curiosità di mio fratello: “Ste…ho letto che nella zona del Passo Canciano è facile trovare il Realgar (un minerale di Arsenico diffuso solo in questa zona della Valmalenco)…
Ci sono volte in cui so per certo che farei meglio a stare zitta, e questa era una di quelle. Mio fratello inizia a trascinarmi in giro in lungo e in largo per il passo, caricandomi le mani (e lo zaino) di sassi rossi, “non si sa mai che potrebbero contenere quello che cerchiamo” (speranza ovviamente rivelatasi del tutto vana).
Finalmente riesco a strapparlo dalla sua foga di piccolo geologo e a raggiungere insieme a tutto il gruppo il passo di Campagneda.
Da qui inizia la lunga ma bellissima discesa in mezzo ai laghetti glaciali, che si conclude con una bella porzione di yogurt d’alpe con mirtilli presso il Rifugio Ca’ Runcash.