La bella guerriera, la Grigna Settentrionale, è la montagna di casa.
Ricordo che, da piccola, passavo le ore appollaiata alla finestra della soffitta ad ammirare il suo profilo perfetto.
Mamma mi mandava su a stendere, e quella operazione era eterna: per ogni capo che appoggiavo sui fili metallici lanciavo un’occhiata all’orizzonte, dove quella sagoma frastagliata ed inconfondibile si stagliava verso il cielo.
In estate la sua bella roccia bianca brillava sotto i raggi del sole, mentre in inverno era avvolta in una coperta morbida di neve…chissà come doveva essere calpestare quel manto candido fino ad abbracciarne la croce di vetta.
Quel pensiero è rimasto fisso nella mia testa per molti anni, fino a che le mie gambe non hanno deciso che era venuto il momento buono per far visita di persona alla guerriera, in inverno, per ammirarla nella sua veste più sontuosa.
Indice
Da dove parte l’itinerario di salita invernale alla vetta della Grigna Settentrionale?
Esistono diversi itinerari che permettono di raggiungere la vetta della Grigna Settentrionale anche in inverno. La via di salita “normale”, ovvero quella più semplice e sicura e che qui nel seguito verrà descritta, parte dal colle di Balisio, ed in particolare dalla Chiesetta del Sacro Cuore.
L’itinerario completo ha uno sviluppo di 15 km per circa 1.600 m di dislivello positivo.
Quanto è difficile salire sulla Grigna Settentrionale in inverno?
L’itinerario che parte dal colle di Balisio e sale verso la cima della Grigna Settentrionale è un itinerario alpinistico non difficile tecnicamente ma molto lungo sia in termini di sviluppo che di dislivello. Per questo motivo va affrontato solo se adeguatamente allenati ed attrezzati.
Idealmente può essere suddiviso in quattro tratti principali:
- La salita da Balisio al Pialeràl, che rappresenta la parte più facile. Nonostante questo sia, in termini di dislivello, il tratto più lungo dell’intero itinerario (570 m), la pendenza è molto contenuta ed il trekking si svolge su facile carreggiata, per la maggior parte libera da neve.
- Dal Pialeràl al Bivacco Riva-Girani, circa 430 m di dislivello. Le pendenze si fanno più accentuate ed anche la traccia diventa via via più stretta.
- Dal Bivacco Riva-Girani all’attacco della cresta, percorrendo il muro del pianto. Questo rappresenta il tratto fisicamente più impegnativo della via; nonostante lo sviluppo (3 km) ed il dislivello (400 m) contenuti la pendenza in alcuni tratti raggiunge i 45°.
- La cresta finale, ovvero l’ultima fatica prima di abbracciare la croce di vetta. Il tratto di cresta è caratterizzato da pendenze minori ma difficoltà tecniche più elevate. Nonostante sia ben attrezzato con corde metalliche fisse, che fungono un po’ da “corrimano”, l’esposizione è significativa e la traccia piuttosto stretta.
La via normale al Grignone in invernale è una salita molto frequentata, quindi, a meno di recenti nevicate, la pista è sempre ben tracciata ed evidente (oltre ad essere anche abbastanza intuitiva!).
LA SCHEDA TECNICA
- Partenza/Quota: Colle di Balisio, Chiesetta del Sacro Cuore (828 mslm)
- Quota massima raggiunta: Vetta della Grigna Settentrionale (2.410 mslm)
- Tempo di salita: 3,5 – 4 ore
- Dislivello totale salita: 1.570 m
- Lunghezza itinerario: 15 km
- Grado di difficoltà: EE/F1 – Escursionisti esperti/Alpinistica facile
- Attrezzatura necessaria: picca, ramponi e kit soccorso valanga
L’ITINERARIO IN BREVE – LA SALITA
- Parcheggiata l’auto presso la Chiesetta del Sacro Cuore al colle di Balisio si segue il sentiero nr. 31 in direzione Pialeràl/Rifugio Antonietta che si raggiunge dopo circa 1-1.5 ore dalla Chiesetta del Sacro Cuore.
- Arrivati al Pialeràl si prosegue, tenendo la destra, lungo la via invernale in direzione del Bivacco Riva-Girani.
- Dal Bivacco Riva-Girani si calzano i ramponi e si affronta il famosissimo “muro del pianto”, fino ad arrivare sulla cresta sommitale.
- Terminato il muro del pianto si percorre la cresta finale, svoltando a sinistra, fino ad arrivare alla croce di vetta (2.5 ore da Rifugio Antonietta).
L’ITINERARIO IN BREVE – LA DISCESA
La discesa avviene lungo il medesimo itinerario della salita.
Attrezzatura e preparazione necessaria per affrontare la salita alla Grigna Settentrionale in inverno
La salita alla vetta della Grigna Settentrionale in inverno è sicuramente una esperienza suggestiva. Tuttavia, perché ne rimanga un piacevole ricordo, è bene essere adeguatamente attrezzati e consapevoli di cosa si dovrà affrontare.
Il materiale tecnico necessario è quello di una classica salita alpinistica invernale: oltre ad un abbigliamento adeguato (a strati ed impermeabile) saranno necessari scarponi ramponabili, ramponi e picozza.Essendo l’itinerario di tipo alpinistico e su sentiero non presidiato, è necessario (oltre che obbligatorio) che portiate con voi il kit di recupero da valanga, ovvero Artva, pala e sonda.
Come già abbondantemente ripetuto, la salita non è banale. Il dislivello totale è di circa 1.600 m su uno sviluppo di circa 15 km ed i tratti più impegnativi dell’itinerario sono quelli finali.
Per questo il mio consiglio è di essere ben allenati, sia fisicamente che mentalmente, ad affrontare lunghi dislivelli. Se cercate una semplice occasione per “toccare la neve”, sicuramente questa non è l’esperienza che fa per voi.
Da ultimo, la cresta finale è sufficientemente esposta, quindi meglio avere passo sicuro e non soffrire di vertigini!
Qualche consiglio per affrontare la salita alla Grigna Settentrionale in inverno
Infine, permettetemi di lasciarvi qualche suggerimento! Magari saranno scontati, ma vi assicuro che si tratta di consigli che avrei voluto sentirmi dare anche io prima di partire e purtroppo non ne avevo trovati molti in rete. Fidatevi…faranno la differenza!
- Portatevi dell’acqua…tanta! Può sembrare banale e superfluo ma io avevo fatto l’errore di portarne solo una borraccia da 1 litro, che avevo esaurito a metà percorso. Purtroppo, non ci sono fonti d’acqua durante l’intero tragitto e, anche se siamo in inverno, le temperature non sono mai così basse da non farvi soffrire il caldo e la sete.
- Partite presto, il più presto possibile! Innanzi tutto, per essere sicuri di trovare posto presso il piccolo parcheggio davanti alla Chiesetta del Sacro Cuore…non vorrete dover parcheggiare l’auto più in basso, già la strada è lunga! Secondo valido motivo: dal Pialeràl in poi la salita si svolge completamente sotto il sole, risalendo il versante sud-orientale del Grignone. È vero, è un sole invernale, ma come già accennato al punto precedente è un sole atrocemente caldo per la stagione!
- Arrivati al Bivacco Riva-Girani fermatevi e fate rifornimento di energie. Siete a più di metà strada in termini di dislivello ma la parte veramente difficile deve essere ancora affrontata. Nonostante vi sentirete ancora pieni di energie e vedrete molte persone che vi passeranno avanti, voi non fidatevi. Fermatevi e ricaricate qui le batterie…non vorrete inchiodarvi a metà del muro del pianto o della cresta finale come la sottoscritta!
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Se proprio avete deciso che non è ancora giunto il momento di salire sulla vetta della Grigna Settentrionale in inverno potreste ripiegare su un itinerario più facile, come la cima del Monte San Primo e, perché no, provare l’esperienza di godervi il tramonto da qui!
É estate? Che ne dite di tentare la Traversata delle Grigne? Senza dubbio è uno degli itinerari più belli della zona!
Grigna Settentrionale in inverno: quando il sogno diventa realtà
“Un sogno che sogni da solo è solo un sogno. Un sogno che sogni con qualcuno è realtà”.
Ricordo che dopo la mia prima salita sulla Grigna Settentrionale in inverno ho postato una fotografia con questa frase sul mio profilo Instagram. Non ricordo bene di chi sia (anzi, se voi lo ricordate fatemelo sapere nei commenti!) ma sono sicuramente le parole più azzeccate per descrivere quello che per me è stata questa salita!
La Grigna Settentrionale in inverno è sempre stata un sogno o, se vi piace di più, un vero chiodo fisso nella mia testa.
Sin da piccola ho avuto quella montagna negli occhi. Ricordo che i miei genitori avevano appeso in casa una fotografia bellissima delle sue creste, cariche di neve ed avvolte da nubi sottili. I cornicioni di neve erano talmente spessi che sembrava quasi un miracolo che rimanessero appesi alla roccia, senza precipitare rovinosamente a valle.
Come se non bastasse, il profilo perfetto della Grigna Settentrionale, insieme a quello di sua sorella, la Grignetta, erano ben visibili da casa mia. Con l’aria tersa delle limpide giornate di inverno, poi, sembravano tanto vicine da poterle quasi toccare.
Ricordo che, all’ora del tramonto, quando il sole raggiungeva la giusta angolazione, sulla cima del Grignone si vedeva brillare il tetto del Rifugio Brioschi.
“Prima o poi salgo”, pensavo costantemente. “Chissà se da lassù si vede casa mia”.
Da quel prima o poi sono passati molti, molti anni…ma la voglia di salire sul Grignone per poter vedere Milano da lontano nella limpida luce invernale non è mai passata.
Non fraintendetemi…in estate sulla vetta della Grigna Settentrionale sono salita diverse volte e per diverse vie. Ma la vera sfida, per me, è sempre stato l’inverno. Ero frenata dalla consapevolezza che avrei dovuto fare tanta, tanta fatica, e dalla paura di non farcela.
Ma si sa, se lo chiedi, la vita ti dà tutto quello di cui hai bisogno. E così, caso vuole che nel corso degli anni ho avuto la fortuna di incontrare (e poi sposare) il Simo, che asseconda ogni mia più folle idea. Non ho ancora capito se è mosso da pietà o da un senso di sfinimento…sta di fatto che fu proprio lui, quella mattina del 27 gennaio 2023, a dirmi:” Domani, se ti va, saliamo sul Grignone”.
Lo guardai perplessa: “ma sei proprio sicuro? É un mesetto abbondante che non andiamo in montagna a camminare, non sarebbe il caso di riprendere con qualcosa di più facile? E se non ce la facciamo?”.
Ma le circostanze erano troppo perfette: aveva nevicato un paio di settimane prima, la neve si era assestata ed il meteo, per quel sabato, prometteva una bella giornata di sole. “Sono sicuro; certo che ce la facciamo, vuoi non farcela? Al massimo domenica dormiamo tutto il giorno”.
Detto fatto. Alle 8 partivamo da Balisio e circa 4 ore più tardi abbracciavo felice la croce di vetta. In quel momento, mi tornarono in mente tanti ricordi di bambina.
Ricordai di quando, da piccola, passavo le ore appollaiata alla finestra della soffitta ad ammirare il profilo perfetto di quella montagna. Mamma mi mandava su a stendere ed io, per ogni capo che appoggiavo sui fili metallici, lanciavo un’occhiata all’orizzonte, dove la sagoma frastagliata ed inconfondibile della Grigna Settentrionale si stagliava verso il cielo.
Ricordai di tutte le volte in cui mi ero chiesta come sarebbe stato salirci, calzare dei ramponi, calpestarne la neve; mi ricordai di quella fotografia, che mi aveva tanto appassionata.
Ora le creste, la neve, la croce di vetta, il Brioschi erano tutti lì, davanti ai miei occhi. Ce l’avevo fatta.