Quando la pasta non è un semplice carboidrato

Prima di iniziare faccio una doverosa premessa…l’articolo che state per leggere non ha niente a che fare con consigli nutrizionali di nessun tipo, consigli che per altro non sarei minimamente in grado di darvi. Quindi…se cercavate informazioni di questo genere mi spiace che il titolo vi abbia tratto in inganno.

Voglio solo raccontarvi di una tradizione di famiglia, iniziata ormai almeno 15 anni fa ma che ancora perdura. 

A conclusione delle vacanze estive, uno degli ultimi giorni prima del rientro, è d’uso per la mia famiglia consumare un buon piatto di pasta in alta quota. No, non confondetela con una pasta cucinata in un bivacco o, ancora più comodamente, dalle mani di un sapiente rifugista. No no! Quello a cui faccio riferimento è il rituale di stabilire una meta e arrivarci, carichi di tutto l’occorrente per attrezzare una cucina in quota. E quindi si parte dopo aver messo nello zaino fornelletto a gas, pentola, sale grosso, scolapasta, mestolo, piatti, forchette e…ovviamente la pasta. Pensate che questa sia scelta a caso? Siete fuori strada anche questa volta: la pasta deve essere del corretto formato per adattarsi al condimento selezionato e quindi, spaghetti per una semplice olio e grana, mezze penne per il ragù o per il pesto, farfalle per il sugo e così via. Quando papà vuole stupirci si carica sulle spalle anche l’anguria, da consumare pre o post pasta!

Ogni anno si sceglie una meta diversa; la più ambita è sempre stata l’ Alpe Prabello (dove sorge il Rifugio Cristina), ma valgono ugualmente la Brusada, l’alpe Musella, il lago Lagazzuolo. 

Sempre la tradizione vuole che la pastasciutta di fine vacanze non sia cucinata alla comoda ora del pranzo, ma deve rigorosamente trattarsi di una cena, in modo tale da poterci abbinare una serata sdraiati sugli umidi prati alpini, con i nasi in su a contemplare le stelle. E ovviamente, il ritorno avviene completamente al buio, aiutati dalla luce delle pile frontali o, se presente, della luna. Che paura scendere al buio tra i boschi, ogni rumore viene amplificato in modo esponenziale!

Ebbene, quando oggi mangio un piatto di pasta, per me non è semplicemente pasta: quell’alimento profuma di famiglia, di condivisione, di un’infanzia felice passata tra le mie montagne, di tradizione, di risate, di stelle cadenti, di ricordi.

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