Rifugio Musella: la magia delle notti d’inverno

Erano diversi anni che non raggiungevo il Rifugio Musella durante l’inverno. L’ultima volta c’ero stata con mio padre, ma ero solo una bambina. Papà aveva deciso di farmi provare l’esperienza di salire nel tardo pomeriggio, quando il cielo si colora delle calde tinte del tramonto, per poi tornare a valle con il buio pesto, illuminati dalla debole luce della luna. Ma è proprio al buio che la magia ha inizio…

I colori del tramonto al Rifugio Musella

Come si raggiunge il Rifugio Musella?

Il Rifugio Musella può essere raggiunto tramite due itinerari differenti, entrambi con partenza da Campo Franscia.

Il primo sentiero parte in prossimità della chiesetta di Santa Barbara, mentre il secondo poco dopo il vecchio bar “Tanana”, subito prima del ponte sul fiume Scerscen.

I due itinerari possono essere uniti in un interessante giro ad anello, percorribile indifferentemente in entrambi i sensi.

L’itinerario invernale è lo stesso di quello estivo?

Sì, l’itinerario di salita (e di discesa) che qui vi descrivo può essere affrontato sia durante la bella stagione che in inverno, in questo caso con le dovute precauzioni.

Entrambi i sentieri sono solitamente battuti, a meno che non vi avventuriate immediatamente dopo un’abbondante nevicata, ma è possibile che alcuni tratti in ombra siano leggermente ghiacciati.

In questo caso il mio consiglio è di munirvi di un paio di ramponcini che vi aiutino a mantenere la dovuta stabilità.

Quanto è difficile salire al Rifugio Musella in inverno?

Salire al Rifugio Musella non presenta particolari difficoltà tecniche e neanche problematiche legate al dislivello. Se percorso in inverno, come già vi accennavo nel precedente paragrafo, il mio consiglio è quello di munirvi della giusta attrezzatura  per affrontare in sicurezza la salita. 

L’itinerario qui descritto è il giro ad anello che parte da Campo Franscia (zona bar “Tanana”) ed arriva alla chiesetta di Santa Barbara. 

LA SCHEDA TECNICA

  • Partenza/Quota: Campo Franscia ( 1.520 mslm)
  • Quota massima raggiunta: Rifugio Musella ( 2.020 mslm)
  • Tempo intero giro: 4 ore
  • Dislivello totale salita: 500 m
  • Lunghezza itinerario ad anello: 9,7 km
  • Grado di difficoltà: Escursionistico (E) 
  • Periodo consigliato: tutto l’anno!

L’ITINERARIO IN BREVE – LA SALITA

  • Parcheggiare l’auto nel pressi dell’albergo Fior di Roccia e, lasciandoselo alle spalle sulla destra, inoltrarsi verso l’abitato di Campo Franscia, attraversando un primo ponte, sul torrente Cormor.
  • Oltrepassare il vecchio bar “Tanana” (ormai in disuso) ed imboccare il sentiero parapettato che  si apre sulla sinistra, prima di un secondo ponte, sul torrente Scerscen (indicazioni per “la Foppa”).
  • Seguire il sentiero imboccato fino ad incrociare, a quota 1.900 mslm circa, una strada sterrata, proveniente dalla diga di Campomoro.
  • Imboccare la sterrata verso sinistra (o la destra orografica) e percorrerla per qualche centinaio di metri, fino ad incrociare nuovamente la mulattiera che si stacca verso destra (a monte).
  • Proseguire sulla mulattiera fino a raggiungere l’alpe Musella ed il relativo Rifugio.

L’ITINERARIO IN BREVE – LA DISCESA

Per la discesa avete due possibilità: ripercorrere a ritroso lo stesso itinerario dell’andata oppure chiudere l’anello qui descritto. In questo caso dovrete:

  • Seguire le indicazioni fino ai rifugi Mitta e Musella; da qui un sentiero scende in direzione dell’Alpe Campascio.
  • Attraversare l’Alpe Campascio e passare sul ponte sopra il torrente Scerscen.
  • Proseguire in direzione del Dosso dei Vetti e da qui fino a Campo Frascia, sbucando in prossimità della chiesetta di Santa Barbara.
  • Per chiudere l’anello seguire la strada asfaltata che conduce verso il centro di Franscia, fino all’albergo Fior di Roccia.

L’itinerario può essere percorso anche in senso contrario, passando per l’Alpe Campascio sulla via di salita e scendendo per la Foppa.

Se affrontate l’escursione al Rifugio Musella in inverno il mio consiglio è quello di pecorrere il trekking così come ve l’ho descritto, in quanto il sentiero che passa dall’Alpe Foppa  può risultare più insidioso in discesa.

Tramonto alla Foppa

Rifugio Musella d’inverno: quella volta con mio papà…

“Hai mai visto le lucciole in inverno? Scommetto di no”

Papà è così, parla poco ma ti sorprende con le domande più assurde quando meno te lo aspetti.

“No papà, non ho mai visto le lucciole in inverno, non ci sono.”

Papà tuttavia non lancia mai provocazioni a caso: se scommette su qualcosa è perché sa di averla vinta. 

“Vuoi venire a fare un giro?”

Sono quasi le 3 del pomeriggio, a Gennaio, fuori fa freddo e tra poco più di un’ora sarà buio pesto. Dove vuole andare quel pazzo di mio padre?

Sorrido e annuisco: “sì papà, vengo con te”.

Raggiungiamo Campo Franscia e ci mettiamo in marcia per salire verso la Foppa. L’idea è quella raggiungere il rifugio Musella per poi scendere in notturna. Nella mia testa continua a risuonare la domanda di mio padre…le lucciole…le lucciole in inverno…cosa avrà in mente?

Man mano che prendiamo quota la neve aumenta considerevolmente; la traccia è debolmente battuta e ben presto camminare diventa una vera e propria impresa. Papà mi suggerisce di seguire le sue tracce ed io faccio del mio meglio per stargli dietro, ma sprofondo fino alla vita! 

Giunti alla Foppa il sole è a pochi metri dall’orizzonte; quella palla infuocata nelle giornate di inverno ha un non so che di diverso. Sembra quasi voler spiare il mondo senza farsi notare, infiltrando i suoi lunghi raggi tra i rami degli abeti carichi di neve.

Proseguiamo nel nostro faticosissimo percorso e finalmente si apre davanti a noi la vasta piana dell’Alpe Musella. Giunti al rifugio il sole si è definitivamente ritirato dietro il Disgrazia, e il suo mantello dorato lascia spazio ai colori pastello del tramonto.

Papà scatta qualche fotografia con la sua Nikon, mentre io mi verso del tè, sperando di trarre più calore possibile dalla tazza che tengo stretta tra le mani.

Non ci fermiamo a lungo: fa molto freddo, tra poco sarà buio pesto ed è meglio affrontare la discesa nel bosco fino all’Alpe Campascio prima che la notte inghiotta completamente la valle.

Il sentiero in discesa sembra essere più battuto di quello in salita: si vede che questo itinerario è più frequentato.

Arrivati all’Alpe Campascio è ormai buio totale. Papà estrae dallo zaino la sua torcia. “Quindi? Le hai mai viste le lucciole in inverno?”

Non faccio in tempo a rispondere che un fascio di luce colpisce la neve: intorno a noi tutto inizia a brillare; sembra che migliaia di lucciole si siano risvegliate dalla terra e abbiano deciso di danzare a pochi centimetri dal suolo.

I miei occhi non smettono di muoversi, seguendo quei bagliori cristallini, danzando con loro un ritmo vivo e felice.

“Papà…lo sai che non sono veramente lucciole, vero?”

All’ epoca ero solo una bambina e per tutto il tragitto del ritorno mi chiesi se le lucciole in inverno esistessero davvero.

Oggi ho due certezze: la prima è che non esistono; la seconda è che ogni tanto torno all’ Alpe Musella, di notte, per vivere ancora nell’ incanto di quel mondo di diamanti.

La magia delle notti di inverno: Pizzo Scalino dal Dosso dei Vetti

 

 

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